Il dato guida la consulenza
30 Novembre 2019 – Qualità del dato e relazione. Due elementi diversi ma strettamente connessi all’interno di un processo di consulenza che deve evolvere per fare fronte alle sfide di un mercato sempre più competitivo e strettamente normato.
Il futuro è nell’intelligenza artificiale.
Qualità del dato e relazione. Due elementi diversi ma strettamente connessi all’interno di un processo di consulenza che deve evolvere per fare fronte alle sfide di un mercato sempre più competitivo e stretta- mente normato. «Abbiamo sviluppato strumenti innovativi capaci di ridurre le attività di routine dei banker – premette Michele Tanzi, Client Solution Director di Objectway – così da concentrarsi maggiormente sui servizi a valore aggiunto e aumentare la qualità sia del lavoro sia della gestione della relazione: capisaldi del private e wealth management».
Machine learning e data analysis
Objectway ha creato infatti per questo segmento di business una soluzione che pone il dato al centro e supporta banker e uffici centrali nei processi di consulenza. «È un motore di ottimizzazione – precisa Tanzi – che elabora anche in modalità massiva proposte di investimento adeguate ma personalizzabili, basato su strumenti di data quality che assicurano uniformità dei dati nel continuo».
Dal dato alla relazione
Tutto il processo di consulenza può essere quindi supportato dalla tecnologia. «La nostra piattaforma è end-to-end: parte dalla elaborazione di portafogli modello, passando da strumenti che supportano gli uffici centrali e gli advisor, fino ad arrivare al cliente con strumenti di web collaboration che consentono di impostare la consulenza sui bi- sogni della clientela, a prescindere dai tempi, dal luogo e dal device – aggiunge Tanzi. Inoltre, lavoriamo sui differenti pillar della consulenza, fornendo un’assistenza completa su investimenti, protection planning, real estate e, a breve, anche sulla consulenza successoria: tema sempre più centrale per i banker».
Il futuro è nell’intelligenza artificiale
La tecnologia è e sarà un abilitato- re dell’attività dei banker, capace di efficientare le attività di routine e di migliorare la capacità di calco- lo. «Ma non potrà mai sostituire la relazione, in quanto solo il banker è in grado di gestire l’emotività del cliente – sottolinea Tanzi. Fatta questa premessa, la tecnologia si deve concentrare su strumenti di supporto che suggeriscono al banker qual è l’azione migliore da intraprendere. Nel futuro, ci sarà quindi un uso sempre maggiore di tecnologie quali l’intelligenza artificiale e il machine learning, consentendo di personalizzare la risposta alle necessità della clientela e semplificando tutto l’iter consulenziale. E questo deve essere uno sprone per quegli istituti che oggi non hanno ancora intrapreso un lavoro di valorizzazione del loro enorme bacino di dati. Perché oggi il time- to-market è fondamentale per riuscire a competere al meglio sul mercato».