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May 08, 2024

Da Open Banking a Open Finance: come può evolvere il Wealth Management?

Paolo Cacciabue

Senior Business Development Manager at Objectway

Reading time: 5 min

OWINTALK | BEHIND BUSINESS, BEYOND NEWS

Negli episodi precedenti abbiamo analizzato come l’evoluzione tecnologica ha già modificato e modificherà ulteriormente le nostre attività abituali e nello specifico l’erogazione dei servizi finanziari; questo focus è dedicato al “Open Finance”.

L’evoluzione dell’Open Banking verso il modello Open Finance richiede necessariamente agli operatori finanziari una maggiore integrazione e condivisione di informazioni ed anche un ulteriore incremento dei sistemi di sicurezza informatica e privacy a tutela della clientela.

Nell’ambito della trasformazione digitale dell’Europa, è importante evidenziare che la Commissione Europea ha già incentivato l’evoluzione verso l’Open Finance emanando nel corso del 2023 le seguenti direttive che rispettivamente riguardano:

  • PSD3 (Payment Services Directive), i servizi di Pagamento;
  • FIDA (Financial Data Access), la condivisione dei dati finanziari della clientela e dei propri prodotti finanziari tra gli operatori di mercato;
  • RIS (Retail Investment Strategy), la tutela degli investitori retail nel prendere decisioni di investimento coerenti con le loro esigenze e preferenze.

Queste nuove direttive fanno riferimento a singoli aspetti ma, complessivamente, sono gli elementi basilari e fondamentali per l’evoluzione dell’Open Banking verso l’Open Finance; al riguardo, Il CeTIF ha organizzato un Community Event dal titolo “RIS & Open Finance: verso una nuova era di Wealth Management?”. Un’opportunità per analizzare gli impatti di tale evoluzione, sia in termini di benefici che di criticità ed impegni.

Da quanto trattato è emerso che gli obiettivi ed i benefici delle singole direttive rispettivamente sono:

  • PSD3, consolidare l’Open Banking: combattere le frodi nei pagamenti elettronici, livellare ed evidenziare le condizioni applicate dagli operatori del settore a beneficio dei consumatori, incentivare e migliorare la disponibilità del contante tramite i dispositivi elettronici;
  • FIDA, definire obblighi e diritti per gestire la condivisione di dati finanziari dei clienti: lasciare al cliente la decisione di condividere i propri dati finanziari con più operatori finanziari dando evidenza da chi e come sono utilizzati, condividere le caratteristiche dei prodotti finanziari, definire interfacce standard per condividere agevolmente i dati finanziari, incentivare la chiarezza e trasparenza di esposizione delle informazioni condivise.
  • RIS, incrementare la consapevolezza e conoscenza dei clienti retail riguardo al mercato finanziario: migliorare le norme in materia marketing per garantire la trasparenza anche con l’adozione di strumenti digitali, affinare le valutazioni di adeguatezza e appropriatezza della consulenza dei prodotti emessi da intermediari terzi, rafforzare le norme di trasparenza sui costi dei prodotti, incrementare l’alfabetizzazione finanziaria della clientela, incrementare ed ampliare il livello professionale dei consulenti finanziari.

L’attuazione di tali direttive permetterà agli intermediari di incrementare i livelli di sicurezza informatica e di avere a disposizione maggiori informazioni relative ai propri clienti. Il risultato sarà una maggiore conoscenza della propria clientela, una maggiore possibilità di personalizzazione dei servizi finanziari di WM prestati e una maggiore comprensione del comportamento del cliente al fine di poter svolgere consulenze finanziarie più efficaci tramite l’utilizzo di strumenti di AI e dei dati su specificità di condizione e contesto in cui solitamente vive e si confronta il cliente stesso.

Inoltre, avendo a disposizione maggiori informazioni sulla clientela, gli intermediari potranno ottenere ulteriori benefici economici creando nuovi modelli di business e sviluppando nuovi prodotti per esaudire le esigenze di personalizzazione dei servizi prestati; di conseguenza, vi sarà una transizione anche sui ricavi: da ricavo sul prodotto venduto a ricavo sul servizio prestato.

Gli operatori del settore presenti all’evento hanno convenuto che l’evoluzione verso l’Open Finance ha un grande potenziale ma di contro richiede un notevole impegno ed ha una significativa complessità di realizzazione; in altri termini, i costi non saranno marginali e le criticità maggiori riguarderanno:

  • la modalità di scambio dei dati tra gli intermediari per garantire un alto livello di sicurezza e protezione dei dati stessi a scapito di possibili violazioni;
  • la tutela dei clienti e la trasparenza per renderli consapevoli dei consensi e dei permessi che daranno per lo scambio tra intermediari dei propri dati;
  • la standardizzazione dei dati, ovvero armonizzare le informazioni del singolo intermediario (spesso frammentate su diversi sistemi) con quelle recepite da soggetti terzi.

Un’ ulteriore criticità emersa è la ritrosia degli intermediari ad “aprirsi” per poter passare dalla competizione tradizionale ad un approccio di tipo più cooperativo per adottare modelli operativi integrati a beneficio del cliente. Inoltre, per avere una conoscenza completa del cliente, sarà necessario acquisire anche dati assicurativi, immobiliari, societari; di conseguenza, la FIDA dovrà essere estesa anche a soggetti non prettamente finanziari.

Infine, un ulteriore impatto dell’evoluzione verso l’Open Finance sono le competenze del consulente:

  • dovranno essere più ampie al fine di poter interloquire con il cliente sugli investimenti mobiliari, sui crediti e finanziamenti, su temi assicurativi e di previdenza;
  • sarà sempre il referente unico del cliente ma dovrà saper lavorare in team per confrontarsi costantemente con gli specialisti dei prodotti mobiliari o assicurativi o previdenziali.

A fronte delle direttive emanate, gli Organi di Vigilanza hanno già iniziato ad approfondire le criticità citate e, attraverso la regolamentazione, potranno dare un sostanziale contributo per efficientare l’integrazione tra gli operatori e per l’armonizzazione dei dati e quindi mitigare i relativi costi e criticità evidenziati.

Per concludere, l’evoluzione verso l’Open Finance richiederà agli intermediari un notevole impegno per recepire i nuovi regolamenti, incrementare gli standard di sicurezza, armonizzare i dati, interfacciare altri operatori finanziari ed altri soggetti ma necessariamente richiederà anche, o forse soprattutto, un’evoluzione dell’approccio verso il mercato più aperto e collaborativo.

In the previous episodes, we have analysed how technological evolution has already modified and will further modify our usual activities, particularly in the provision of financial services; this focus is dedicated to “Open Finance.”

The evolution of Open Banking towards the Open Finance model necessarily requires financial operators to increase integration and sharing of information, as well as further enhance cybersecurity and privacy systems to protect customers.

Within the digital transformation of Europe, it is important to highlight that the European Commission has already encouraged the evolution towards Open Finance by issuing the following directives in 2023:

  • PSD3 (Payment Services Directive), focusing on payment services;
  • FIDA (Financial Data Access), concerning the sharing of customer financial data and their financial products among market operators;
  • RIS (Retail Investment Strategy), aimed at protecting retail investors in making investment decisions that are consistent with their needs and preferences.

These new directives refer to individual aspects, but collectively, they are fundamental elements for the evolution of Open Banking towards Open Finance. In this regard, CeTIF organised a Community Event titled “RIS & Open Finance: towards a new era of Wealth Management?” An opportunity to analyse the impacts of this evolution, both in terms of benefits and challenges.

From the discussion, it emerged that the objectives and benefits of the individual directives are as follows:

  • PSD3 aims to consolidate Open Banking: combat fraud in electronic payments, level and highlight the conditions applied by sector operators for the benefit of consumers, and incentivise and improve cash availability through electronic devices;
  • FIDA aims to define obligations and rights to manage the sharing of customer financial data: allowing customers to decide whether to share their financial data with multiple financial operators, specifying who uses the data and how, sharing the characteristics of financial products, defining standard interfaces for easy data sharing, and promoting clarity and transparency in shared information.
  • RIS aims to increase retail customers’ awareness and knowledge of the financial market: improving marketing regulations to ensure transparency even with the adoption of digital tools, refining assessments of the suitability and appropriateness of products advised by third-party intermediaries, strengthening transparency rules on product costs, increasing financial literacy among customers, and enhancing the professional level of financial advisors.

The implementation of these directives will allow intermediaries to increase cybersecurity levels and have more information about their customers. The result will be a better understanding of their clientele, more personalised wealth management financial services, and a deeper comprehension of customer behaviour to provide more effective financial consultations using AI tools and data on specific customer conditions and contexts.

Moreover, with more customer information, intermediaries can achieve additional economic benefits by creating new business models and developing new products to meet the customization needs of their services. Consequently, there will be a transition in revenues from product sales revenue to service provision revenue.

Industry operators present at the event agreed that the evolution towards Open Finance has great potential but requires considerable effort and has significant complexity in implementation; in other words, the costs will not be marginal, and the major challenges will include:

  • The mode of data exchange among intermediaries to ensure a high level of security and data protection at the expense of possible breaches;
  • Customer protection and transparency to make them aware of the consents and permissions they give for data exchange between intermediaries;
  • Data standardization, harmonizing individual intermediary information (often fragmented across different systems) with data received from third parties.

Another emerging challenge is intermediaries’ reluctance to “open up” to transition from traditional competition to a more cooperative approach to adopting integrated operational models for the benefit of the customer. Furthermore, to have a complete understanding of the customer, it will be necessary to acquire insurance, real estate, and corporate data; therefore, FIDA will also need to be extended to non-financial entities.

Finally, another impact of the evolution towards Open Finance is on consultant skills:

  • They will need to be broader to engage with customers on securities investments, credits and financing, insurance, and pension issues;
  • They will still be the customer’s single point of contact but will need to work in teams to constantly engage with specialists in securities or insurance or pension products.

In light of the issued directives, regulatory bodies have already begun to delve into the mentioned challenges, and through regulation, they can substantially contribute to streamlining integration among operators and harmonizing data, thereby mitigating the highlighted costs and challenges.

In conclusion, the evolution towards Open Finance will require intermediaries to make a considerable effort to embrace new regulations, increase security standards, harmonise data, interface with other financial operators and entities, but it will also necessarily require, perhaps above all, an evolution of the approach towards a more open and collaborative market.

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